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Valeria Mauro

DALL’ARCHIVIO DI STORIE D’AMORE, VARIE ED EVENTUALI

ottobre – novembre 2018

L’esposizione raccoglie i quattro reperti della serie “Dall’Archivio di storie d’amore, varie ed eventuali” e l’archivio con i diversi ready-made / object trouvé raccolti dall’artista nel tempo. Questi “amabili resti” comprendono fotografie, biglietti di numeri di telefono, pagine della posta del cuore di un giornalino, cartelli, ecc…

Eventi:
20 ottobre 2018 – Inaugurazione mostra

DALL’ARCHIVIO DI STORIE D’AMORE, VARIE ED EVENTUALI

Testo a cura di Federica Fiumelli

“Ma noi un tempo ci amavamo.”

Così cantava Alice nel 1980 in “Per Elisa”.
Ogni storia ha un passato, e ogni passato che si rispetta lascia dietro di sé delle tracce, come impronte su un cristallo.
Se l’amore è indefinibile per sua stessa natura, impalpabile, informe ed etereo, un qualcosa da potere solamente immaginare, l’unica certezza rimangono le prove d’amore, i suoi reperti, i suoi prolungamenti fisici e materiali. Quale forma migliore se non l’archivio, quella per catalogare tanti ready-made del quotidiano appartenenti alla sfera del sentimento?

Ecco che nell’installazione dell’artista Valeria Mauro “Dall’Archivio di storie d’amore, varie ed eventuali” l’amore si assolve dalla propria trascendenza per effetto della collezione operata dall’artista di reperti del quotidiano: dalle frasi dei Baci Perugina – ai bigliettini di scuola del fratello minore – ai titoli di cronaca del Resto del Carlino.

L’amore declinato sotto forma di poesia, di slogan pubblicitario, di informazione o come testimonianza di una semplice prima effusione.
L’amore può essere crudele, violento, non corrisposto, infelice, malato, furbo, disonesto, leale, impossibile, vizioso, ingombrante, piacevole, disinteressato, attento, prezioso, unico, primo, ultimo, generoso, altrove, ovunque. Tanti aggettivi quanti i giorni di una storia d’amore, di un anno, di un secolo, di un calendario ancora da consumare.

L’artista sceglie e seleziona tanti reperti alla stregua di un’archeologa, li archivia, dando quindi loro già una prezioso significato, li isola dal loro contesto quotidiano, li scannerizza ed effettua un’operazione di ristampa e ingrandimento – esattamente come le operazioni di blow-up alla Claes Oldenburg nell’ambito della pop art- infine le imprime su diversi supporti. L’evanescenza di un messaggio diviene quindi opera scultorea.

I diversi medium: bigliettino, giornale, cartello sono accumunati dalla presenza della scrittura che diviene soggetto e immagine grazie alla diversità di font e significati. Ogni enunciato apre a mondi immaginari di storie possibili d’amore – le variopinte e complesse sfumature proprie della relazione di coppia vengono qui attraversate con ironia e criticità – evidenziando le potenze di un messaggio dalla sua genesi alla sua maturità e trasfigurazione – dato che l’artista parte da un object-trouvè per poi alterarne in una fase successiva le proprietà fisiche e semantiche. La coralità di messaggi che forma l’archivio ha la caratteristica di essere
a tutti gli effetti un’opera progressiva di matrice surrealista, che lascia al caso il ritrovamento di un oggetto, e all’immaginazione la sua interpretazione.

In occasione dell’esposizione ad Officina 15 l’installazione “Dall’Archivio di storie d’amore, varie ed eventuali” l’artista ha scelto di sviluppare un quarto reperto: un cartello avviso – verde acido con la scritta a pennarello nero consumato: “É vietato entrare in coppia in bagno. Grazie. – e una aggiunta postuma a penna: Solo dispari.” Questa installazione di Valeria Mauro ci riporta ad un’idea di amore
complessa e infinita, estremamente attuale, caratterizzata da un’estetica underground – sospesa tra il pop e il rock – restituendoci brandelli di vita vera – ribelli – imperfetti; plurime narrazioni pulviscolari che innervano un storia d’amore varia ed eventuale.

Federica Fiumelli

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